Per la storia dell’evoluzione dell’individuo

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Gustav Landauer
Per la storia dell’evoluzione dell’individuo
Il saggio prende le mosse da una feconda analogia fra i termini atomo e individuo. Entrambi, considerati nel loro significato let­terale, designano l’indivisibile. Landauer si oppone recisamente a una simile indivisibilità supposta come insuperabile. Attraver­sato, costituito, unificato dal principio motore della vita, l’indi­viduo viene rettamente compreso, secondo il grande teorico dell’anarchismo tedesco, solamente in quanto organismo. E il suo luogo di realizzazione è la comunità. Non è infatti l’indivi­duo il senso ultimo dell’anarco-socialismo landaueriano, bensì l’individualità, nella sua polarità indissociabile di autonomia e relazione. Nel pieno dispiegamento di essa, il singolo uomo si ricongiunge a una umanità comune, di cui si fa, in tal modo, il rappresentante più compiuto e più degno.

 

Gustav Landauer
(Karlsruhe 1870 – Monaco di Baviera 1919) Gustav Landauer è stato un pensatore e militante libertario tede­sco di origine ebraica, figura portante dell’anarchismo di epoca guglielmina. Egli fu uomo di lettere e d’azione. Prese parte alla Repubblica dei Consigli costituitasi in Baviera nell’immediato primo dopoguerra, trovando in essa tragicamente la morte. In Italia è noto soprattutto per il suo saggio Die Revolution (1907), pubblicato su invito dell’amico Martin Buber all’interno della se­rie di monografie Die Gesellschaft.

 

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