Losers


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Massimo Sgroi
Losers

Introduzione di Maria Chiara Valacchi

Un’analisi filosofica e sociologica della trasformazione dell’estetica dal 1995 ad oggi. L’ibridazione delle forme di visualità canoniche con i linguaggi popolari, in particolare la street art, le nuove tecnologie e il neo pop. L’occasione persa delle realtà virtuali e dell’abbattimento della distanza fra osservatore e opera. Dalla nascita dei Cattelan, dei Damien Hirst, Andres Serrano, Vanessa Beecroft e Mat Collishaw per arrivare alla leadership dell’arte di sistema americana, quella dei Jeff Koons e Matthew Barney, laddove Wall Street e la grande moda si intersecano con la stessa sintesi formale dell’arte svuotandola di senso e riempiendola di valori economici. Ma su tutto continuano a restare i Richter, Kiefer, Viola e Kapoor. La domanda che attraversa l’intero libro è: l’arte ha ancora una funzione sociale? Forse l’Armageddon comincia proprio qui, nello scontro tra le due forme antitetiche dell’arte visuale, metafora del conflitto globale, proprio nella valle della Beq? del web.

MASSIMO SGROI
Critico d’arte contemporanea e scrittore, ha al suo attivo alcune delle più importanti collettive e personali realizzate in Italia negli ultimi 25 anni. Da More than Real a Mutoidi, all’Ultima Cena per proseguire con le personali di Obey, Jan Van Oost e Miltos Manetas. Autore di diversi libri che vanno dalle estetiche del terzo millennio de Il videogame trascendente e F for fake alla distopia cyberpunk de Il volo del minotauro fino al primo libro firmato dall’ex presidente dell’Uruguay, Pepe Mujica, La felicità al potere, curato insieme a Cristina Guarnieri. È Art director del Museo di arte contemporanea di Caserta.

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Il Mattino
Roma

 

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