L’atomica nazista

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Carter P. Hydrick
L’atomica nazista

Come la Germania di Hitler riuscì a produrre l’uranio arricchito ad Auschwitz e a usarlo per trattare con gli Usa

A cura di Francesco Maria Fabrocile

Carter Hydrick, tramite un approfondito lavoro di ricerca, mette in discussione la tesi storica secondo cui gli Stati Uniti abbiano inventato la bomba atomica e con questa vinto la Seconda Guerra Mondiale. Testimonianze dei protagonisti affermano che il programma nucleare statunitense fosse indietro «di più di un anno» rispetto all’omologo nazista.
I tedeschi – nel 1945 ormai fuori dai giochi – avevano l’uranio e la tecnologia, ma non più i vettori di lancio per usare utilmente l’arma, mentre gli americani si stavano giocando sul fronte del Pacifico la propria chance di accreditarsi come superpotenza contro l’Unione Sovietica. Auschwitz, l’industria chimica, un formidabile sottomarino U-boot e il funambolico gerarca Martin Bormann sono pedine di uno scacchiere internazionale che nella revisione di Hydrick mostra gli spazi di una trattativa segreta, che avrebbe condizionato la storia mondiale dalla fine della guerra ai nostri giorni. Non solo l’arma atomica, ma l’intero “pacchetto” di holding, scatole societarie, brevetti ed espropri bellici nazisti sarebbero stati condivisi da Bormann con l’intelligence statunitense, cambiando significativamente i connotati del mondo successivo al 1945.
CARTER P. HYDRICK
Ricercatore, scrittore, sceneggiatore, manager di marketing, lavora da circa trent’anni nel mondo della comunicazione. È considerato tra i maggiori esperti della resa dell’U-boot tedesco U-234 alla Marina statunitense.
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