La casa grande

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Álvaro Cepeda Samudio
La casa grande

Nel dicembre del 1928 viene soffocato nel sangue lo sciopero dei lavoratori della United Fruit Company, compagnia bananiera statunitense. A sparare sugli operai, i soldati colombiani, ragazzi del popolo che il governo, da sempre fautore degli interessi dei latifondisti del Paese, invia per sedare la “rivolta”. La masacre de las bananeras è un episodio destinato a lasciare un segno indelebile nelle coscienze dei colombiani: García Márquez ne scriverà quarant’anni dopo in alcune memorabili pagine di Cent’anni di solitudine, e Cepeda Samudio – ricordato tutt’oggi come uno dei più grandi innovatori del-la letteratura colombiana contemporanea – ci offre la cronaca obliqua di quei giorni nient’affatto lontani. Se da un lato il male insiste nella storia della nazione e nella vita intima degli uomini che la abitano, dall’altro la modernità incalza tutt’intorno, ridisegna i confini, inventa nuovi e inauditi spazi.
ÁLVARO CEPEDA SAMUDIO
(Barranquilla, 1926 – New York, 1972)
Scrittore e giornalista colombiano del Gruppo di Barranquilla. Insieme a Gabriel García Márquez e altri pubblicò la rivista letteraria «Crónica» dal 1950 al 1952. È considerato il pioniere del rinnovamento della letteratura colombiana, a cui impresse uno stile originale e urbano, e uno dei padri del boom latinoamericano. Castelvecchi pubblicherà per la prima volta in italiano tutte le sue opere, che sono già state tradotte nelle principali lingue del mondo.
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