La terra del grano nero

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Ruggero D’Alessandro

La terra del grano nero


Mosca, 1934. Michail Ivanovic Salomov, maggiore della OGPU, la famigerata polizia sovietica di sicurezza interna, riceve l’ordine di svolgere un’indagine assai delicata in Ucraina sulla sparizione di un collega incaricato di occuparsi delle requisizioni dei prodotti agricoli fra i contadini. È l’epoca della cosiddetta holodomor – la carestia terroristicamente imposta da Stalin in Unione Sovietica – che in Ucraina provocherà circa sei milioni di morti. Accanto a Salomov, giovane e ambizioso, c’è la tenente Ljudmila Ivanova Gromov: idealista, convinta della grandezza di Stalin, gli occhi una distesa di ghiaccio. Lo scontro con la povertà e la morte di massa, i soprusi operati dai dirigenti di partito, esercito e polizia a danno di chi lavora la terra per vivere portano presto i due ufficiali a mettere in discussione le proprie convinzioni militari, politiche ed etiche. Di fronte a tanta violenza e ingiustizia, i due protagonisti patiranno dilemmi e ripensamenti, e saranno costretti a riflettere su quanto sia difficile, soprattutto in situazioni di guerra, capire da che parte sia il male e quale la cosa giusta da fare.

RUGGERO D’ALESSANDRO

Dopo i primi trent’anni vissuti a Palermo, si trasferisce in Svizzera, a Lugano, dove lavora come quadro per la pubblica amministrazione. Ha studiato Scienze politiche e Sociologia a Palermo e Losanna. Tiene lezioni in diverse università europee, ha pubblicato una trentina di saggi, due raccolte di poesie, sei romanzi, oltreché numerosi articoli su riviste accademiche.

 

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