Bruno Trentin e l’eclisse della sinistra

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Bruno Trentin e l’eclisse della sinistra. Dai diari 1995-2006
A cura di Andrea Ranieri e Ilaria Romeo

Bruno Trentin ha riempito giorno dopo giorno – dal 1977 al 2006 – il diario della sua vita.
I suoi quaderni non sono solo appunti per lavori futuri. Sono per sti­le e contenuto un’opera a sé e in sé compiuta, all’interno della quale l’autore riporta con cura il resoconto delle proprie vicende politiche, coi suoi dubbi più che con le sue certezze, e insieme le sue letture.
Nel giugno 1994 Bruno lascia la direzione della Confederazione. Quelli che vanno dall’uscita dalla Cgil alla morte saranno per lui anni di grande elaborazione politica e culturale, culminata nella sua opera più impegnata dal punto di vista teorico, La città del lavoro, di cui i diari testimoniano le fasi sofferte della stesura.
In questo volume, arricchito da una importante appendice docu­mentaria, le parti dei diari ancora inedite che si è deciso di rende­re pubbliche hanno come tema principale due filoni importanti di riflessione su Giuseppe Di Vittorio e il concetto di sindacato come soggetto politico, con la sua capacità di autonomia nutrita di pro­gettualità.

BRUNO TRENTIN
(Pavie, Francia, 1926 – Roma, 2007)
Rientrato dalla Francia in Italia dopo la caduta di Mussolini, partecipa attivamente alla Resistenza – col padre, finché è in vita, poi da solo. Dopo la Liberazione, si iscrive al Partito d’Azione, e, nel 1950, al Partito comunista italiano. Deputato dal 1963 al 1968, è segretario generale della Federazione impiegati operai metallurgici dal 1962 al 1977. Membro della Segreteria nazionale della Cgil dal 1977, ne è segretario generale dal 1988 al 1994. Dal 1999 al 2004 è parlamentare europeo su proposta dei Democratici di sinistra.

 

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