Al posto della morte c’era la luce
Pier Cesare Bori
Al posto della morte c’era la luce
Alcuni finali nella narrativa di Tolstoj
Pier Cesare Bori riflette sul pensiero di Lev N. Tolstoj analizzando i passaggi conclusivi di alcune delle sue opere letterarie più significative, spesso caratterizzati dalla morte di un personaggio e dalla chiarificazione del senso della sua intera esistenza. L’interpretazione di Bori evidenzia la ricchezza e la potenza artistica di questi testi, che, sebbene talvolta generati da intenti didascalici, finiscono per rappresentare tutta la complessità dell’animo umano. Ma ciò che più coinvolge è l’idea stessa di lettura applicata da Bori a queste opere. L’accostarsi al testo si avvicina a un esercizio spirituale senza essere però un atto di fede. Pur nascendo da una consonanza tra chi scrive e chi legge, questo incontro lascia infatti l’ultima parola al discernimento dell’individuo e può avere come esito finale la trasformazione interiore del lettore.
Pier Cesare Bori
(Casale Monferrato 1937 – Bologna 2012) Storico delle religioni, si è occupato di teologia, scienze bibliche e giurisprudenza. Dal 1970 è stato docente di Storia del cristianesimo e delle Chiese e di Filosofia morale presso l’Alma Mater Studiorum, all’Università di Bologna. Tra i suoi saggi ricordiamo Il vitello d’oro. Le radici della controversia antigiudaica (1983) e L’altro Tolstoj (1995). Per Castelvecchi è uscito È una storia vera? Le tesi storiche dell’Uomo Mosè e la religione monoteistica di Sigmund Freud (2015).
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