Se l’uomo non basta

 

Paolo Benanti
Se l’uomo non basta. Speranze e timori nell’uso della tecnologia contro il Covid-19

Nella spasmodica ricerca di contenere il dilagare della pandemia, sempre più nazioni, inclusa l’Italia, hanno approvato decreti emergenziali volti a ridurre il più possibile i contatti sociali dei cittadini. A marzo del 2020, nel picco della pandemia, si tratta di quattro persone su dieci, in pratica il 43% della popolazione della Terra. Se la speranza, per molti, è quella di un rapido ritorno alla normalità, è lecito chiedersi: come sarà il “dopo”? Il Sars-Cov-2 potrebbe condurre a due ambivalenti e possibili scenari futuri: l’uomo vivrà una fase di benessere, pace e serenità che si configuri come post-bellica, post-patologica o post-povertà oppure si arriverà a una soglia in cui il post- collassa nel significato di dis-, creando un contesto dis-umano che nega ogni forma di valore condiviso e di comunione sociale.  Fare i conti con questa ambiguità rivela l’esigenza di pensare come e cosa fare per uscire dal presente ed essere ancora umani nel futuro.

PAOLO BENANTI

Professore di Teologia morale e Bioetica presso la Pontificia Università Gregoriana dal 2008 e religioso francescano del Terzo Ordine Regolare. Si è specializzato in studi teologici e filosofici sul mondo delle biotecnologie e della bioetica, perfezionando gli studi presso la Georgetown University in Washington D.C. e difendendo una tesi dottorale in Teologia Morale presso l’Università Gregoriana. Per Castelvecchi ha già pubblicato Postumano, troppo postumano (2017) e Realtà sintetica. Dall’aspirina alla vita: come ricreare il mondo? (2018).

 

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