Alternativa mazziniana

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Francesco Leoncini
Alternativa mazziniana
 
 
La rotta di Caporetto e il ritiro della Russia dal conflitto, con la possibilità di un concentramento delle truppe degli Imperi centrali sul fronte italiano, fanno riemergere con forza il ruolo di quelle correnti politiche di stampo mazziniano favorevoli a un rapporto di solidarietà con le popolazioni danubiano-balcaniche e a un’intesa con i comitati degli émigrés, che ormai combattevano per creare degli Stati indipendenti. La svolta avviene con la Conferenza delle nazionalità soggette all’Austria-Ungheria, organizzata nella capitale italiana nell’aprile del 1918, e il conseguente Patto di Roma. La rivalutazione di questo “momento storico” costituisce il nucleo interpretativo del volume, ed è questo il convincimento che viene poi espresso dagli esponenti democratici nella polemica, riportata da «La Voce», nei confronti dei nazionalisti che li accuseranno di essere stati “rinunciatari”.

 

Francesco Leoncini
Ha insegnato Storia dei Paesi Slavi e Storia dell’Europa Centrale all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Si è occupato di minoranze e autodeterminazione, con particolare riferimento all’ex Cecoslovacchia, e dei movimenti di opposizione al sistema sovietico. Dagli studi su Tomáš G. Masaryk, di cui ha tradotto dal ceco La Nuova Europa (Castelvecchi, 2018), hanno preso avvio le sue ricerche sul problema delle nazionalità nella Grande Guerra in rapporto con l’Italia. È membro onorario della Società Masaryk di Praga.
 
RASSEGNA STAMPA
 
 

Le immagini della consegna del Premio Stefanik a Roma, da parte dell’ambasciatore della Repubblica Slovacca, S.E. Karla Wursterova, a Francesco Leoncini (07/07/23).

 

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