Vieni dal buio

 

Mariagloria Fontana

Vieni dal buio

Nora, giornalista enogastronomica vicina ai quarant’anni, emana la bellezza sofisticata di un’attrice francese. Sta per sposare Paolo, suo storico compagno e avvocato tra i più potenti di Roma. Ma alla vigilia di quel matrimonio da sogno, si lascia travolgere dalla passione proibita per Max, ex scrittore di
successo, di colpo impantanato in uno smarrimento che lo allontana dalla scrittura, e dalla vita.
Max, con il suo passato doloroso, diventa un’ossessione e Nora si lascia trascinare dai suoi sbalzi emotivi e da un’intensità che la consuma. La loro relazione si nutre di sesso selvaggio, audacia e crudeltà, un equilibrio pericoloso tra due mondi agli antipodi: lei, borghese di successo, e lui, un uomo alla deriva. Eppure, in quella tempesta, Eros e Thanatos danzano, spingendoli verso un’inevitabile esplosione di destini intrecciati, con conseguenze che nessuno potrà più fermare.

MARIAGLORIA FONTANA

Nel 2017 pubblica il suo romanzo di esordio, La ragione era carnale (Curcio Editore). Nel 2022 Affari di libri (Giulio Perrone editore). Collabora con le pagine culturali del quotidiano «La Verità» e dal 2017 conduce il programma culturale Affari di Libri, in onda su Radio Radio e Radio Radio Tv (Sky 826 e Dtt253) con i più importanti scrittori italiani e stranieri. Ha un blog letterario su Huffington Post. Ha fondato e dirige il premio Le Città delle Donne, valorizzando le personalità femminili che si contraddistinguono in ambito culturale, politico e sociale.

Il Venerdì 25/10/24

Libero 28/10/24

Ansa 28/10/24

Leggo 28/10/24

Il Foglio 8/11/24

HuffPost 8/11/24

Confidenze 12/11/24

Il Mattino 24/11/24

IoDonna – 8 libri da leggere su amore e sesso 28/11/24

Quotidiano Nazionale – LIBRI 17/01/25

Il Resto del Carlino 18/01/25

Mariagloria Fontana, «Vieni dal buio» proposto da Alfonso Celotto al Premio Strega 2025

«Il romanzo è un colto esperimento linguistico per raccontare l’abisso umano. La scrittura dura, pungente, a volte simile a una macchina da presa in piano sequenza, esplora la vita, le cadute, i vortici mentali, la morte morale dei suoi protagonisti, per tutto il romanzo in bilico con la propria coscienza. La chiave è forte e originale: non esiste autentica conoscenza se non passa attraverso il corpo, le pulsioni del corpo, il sé sessuale dei protagonisti. Paolo e Nora stanno per sposarsi (echi di Goffredo Parise, soprattutto dell’“Odore del sangue” e dell’“Assoluto naturale”), trasudano in questo scenario borghese. Entrambi vivono una storia parallela con Leila e Max, e soprattutto per Nora è talmente forte da ridefinire la propria identità. La trama è fatta di noia, male di vivere, difficoltà a creare relazioni autentiche, scevre da ipocrisie e tradimenti. Anzi, il tradimento sembra l’unica condizione umana per tenere tutto insieme. L’autrice caratterizza la psicologia dei suoi personaggi, ci mostra la vertigine in cui cadono di volta in volta, in qualche momento appaiono quasi salvi, recuperati, sembra quasi volerne aggiustare la storia. Ma non accade. Nel tradimento i quattro protagonisti ravvedono l’unica verità e un possibile equilibrio. Il sesso è il detonatore che fa deflagrare tutti gli intenti, i ruoli, le emozioni e, infine, i sentimenti. La pelle, la carne sono l’espressione comunicativa più alta dei personaggi, tutti fragili sull’orlo dell’abisso. “L’innocenza non è una caratteristica confacente all’amore, perché l’amore contiene in sé troppa violenza – scrive Mariagloria Fontana, nelle pagine finali. “Gelosia, rabbia, talvolta competizione, livore e chissà cos’altro”. Certi di abitare nell’assoluto del sesso, non vivono che nella certificazione della loro morte (forse non solo morale). Lo stile ondeggia: a tratti, ricercato, raffinato, in altri volutamente più crudo, scarno, per raccontare la più difficile delle sfide: raccontare il sesso. Non c’è redenzione negli spettri che si avvicendano sullo sfondo della storia: i lutti di Max, i fantasmi di Napoli, una città esoterica, al crepuscolo, mortifera. Parigi non è che un’illusione per facoltosi turisti in cerca di Hemingway e F. Scott Fitzgerald. Roma, la Città eterna, è immobile, stanca, distante, ferma, niente può cambiare ed evolversi. Non si prova empatia per i quattro personaggi: Nora, Max, Paolo, Leila. Mariagloria Fontana non lo vuole e ci mette tutti davanti come in uno specchio fra limiti umani, caducità e cristallizzazione del desiderio.»

 

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