In libreria “De odio” di Massimo Recalcati

La passione, propriamente umana, dell’odio è l’oggetto di questo libro. In tempo di guerre la sua sconcertante attualità non può non farci interrogare sulle sue più profonde radici. Se l’aggressività appare come una reazione impulsiva e disordinata a una frustrazione o a una fascinazione, l’odio si configura come una passione lucida che vorrebbe annientare la vita dell’Altro. In questo modo Recalcati ci invita a guardare il lato più in ombra del desiderio. Non la sua dimensione dialettica che mostra il desiderio umano come desiderio di essere desiderati dal desiderio dell’Altro, ma come spinta brutale a liberarci dall’Altro, a sottrarci al vincolo del Due che l’esistenza dell’Altro impone.
La sconcertante attualità geopolitica ha reso la nuova edizione di questo libro dedicato alla passione dell’odio quasi necessaria. Non a caso, rispetto alla versione originale del 2004, è stato soppresso il capitolo sull’amore. Perché, in fondo, solo della passione dell’odio si tratta nel nostro tempo. Passione profondamente impastata con la spinta tetra della pulsione di morte, passione che una volta Lacan definì come un «percorso senza limiti». Non c’è, infatti, limite all’umano nella sua versione di Polemos, di Dio della guerra. Diversamente dall’aggressività che implica sempre una qualche forma di reattività speculare, quella dell’odio viene descritta da Lacan come una passione “solida” che non ha come sua meta semplicemente la sconfitta dell’avversario e il proprio trionfo, ma il suo annientamento, la sua umiliazione, la sua negazione. In questo senso la carriera dell’odio è davvero destinata a non avere limiti poiché non è possibile per la forma umana della vita esistere se non in rapporto all’Altro, se non nell’esposizione irriducibile alla sua alterità che invece questa passione vorrebbe estirpare nel nome dell’Uno-tutto-solo. L’odio, infatti, manifesta l’Uno che non tollera l’esistenza del Due.
(Dalla prefazione alla nuova edizione)
Pubblicato il: 06 Mar 2025