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In libreria “Il miracolo della forma. Per un’estetica psicoanalitica” di Massimo Recalcati

“In questa nuova edizione del Miracolo della forma, il lettore si troverà di fronte a due significative novità rispetto alle edizioni precedenti. La prima riguarda l’apparato iconografico. Su intuizione dell’Editore si è deciso di riportare le principali opere citate in modo tale da offrire una visualizzazione immediata dei riferimenti testuali rendendo più chiari i relativi commenti. La seconda riguarda invece la valorizzazione della parte più teorica del testo che costituiva, in realtà, sin dalla prima edizione di questo fortunato libro, la parte più cospicua. Ne scaturisce un libro decisamente differente dalle varie edizioni che lo hanno preceduto dove i capisaldi teorici del libro originario vengono integralmente preservati, ma ad essi si aggiunge una cura maggiore nella presentazione delle opere che danno a questa nuova edizione un timbro unico.”

Dalla nota introduttiva di Massimo Recalcati alla nuova edizione.

È possibile dare forma al caos delle pulsioni? Può l’arte rappresentare l’urto con il reale senza idealizzarlo o rimuoverlo? In questa nuova edizione del Miracolo della forma, arricchita da un apparato iconografico, Massimo Recalcati esplora il legame tra l’atto creativo e il processo di soggettivazione al centro della clinica psicoanalitica. Ogni artista, infatti, si muove tra necessità e contingenza, tra ripetizione e ignoto. Per un verso, è sempre vincolato alle leggi dell’industria culturale; per un altro, però, il suo gesto rompe schemi consolidati e realizza un’eccentricità imprevedibile. È in questa dimensione sempre contingente che s’incontrano la pratica dell’arte e la psicoanalisi. Attraverso i sacchi di Burri, le bottiglie di Morandi, i segni-traccia di Tàpies e Kline, Recalcati interroga l’opera d’arte come luogo di tensione tra forma e pulsione, criticando alcune derive dell’arte contemporanea. Contro l’apologia dell’informe promossa dalla body art, che ostenta il putrido e l’osceno, e contro la «linea analitico-concettuale», che riduce l’opera a un metadiscorso astratto e privo di forza, Recalcati elabora, a partire da Lacan, un’estetica psicoanalitica che restituisce valore a forma e bellezza, intese non come fuga dal trauma del reale, ma come incontro con l’aspetto più perturbante dell’esistenza, organizzazione del vuoto, manifestazione della singolarità del nome proprio.

MASSIMO RECALCATI

Filosofo e saggista, è lo psicoanalista che più ha contribuito alla trasmissione del pensiero di Jacques Lacan in Italia. È membro della Società Milanese di Psicoanalisi, direttore dell’Istituto di Ricerca di Psicoanalisi Applicata di Milano e fondatore di Jonas (Centro di Clinica Psicoanalitica per i nuovi sintomi). Ha insegnato nelle Università di Urbino, Bergamo, Losanna, Pavia e Verona e attualmente è docente allo Iulm di Milano. Nel 2017 gli è stato conferito il Premio Hemingway “Testimone del nostro tempo”. Nel 2018 ha ricevuto l’Ambrogino d’oro della città di Milano. Collabora con «la Repubblica». Il suo ultimo libro è La Legge del desiderio. Radici bibliche della psicoanalisi (Einaudi, 2024). Per Castelvecchi sono usciti Il lapsus della lettura. Leggere i libri degli altri (2023), Elogio dell’inconscio. Come fare amicizia con il proprio peggio e L’ultima cena. Anoressia e bulimia (2024).

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