Nell’antitesi tra il collettivismo della società di massa – sostrato imprescindibile dei totalitarismi della prima metà del Novecento – e il suo individualismo atomizzato, Martin Buber coglie il segno più visibile della crisi dell’umano. Muovendo da qui, il volume ripercorre le diverse stazioni dell’agire e del pensiero politico del filosofo ebreo-tedesco: il suo difficile legame con il movimento sionista; l’amicizia con Gustav Landauer; il rifiuto del comunismo sovietico, cui egli contrappone la ricerca di un socialismo religioso e utopico; la resistenza spirituale buberiana negli anni del nazionalsocialismo; il suo instancabile impegno per il dialogo e la riconciliazione, tanto con la Germania post-hitleriana quanto all’interno del conflitto arabo-israeliano. Al tempo stesso, vengono ricostruite le invarianti strutturali del discorso politico-sociale buberiano: la comunità, la società, lo Stato.
Francesco Ferrari
(Genova, 1986) Dotore di ricerca in Filosofia, svolge attività di ricerca e insegnamento presso l’Università di Jena e lo Jena Center for Reconciliation Studies, della cui scuola di dottorato è coordinatore. E’ autore di due monografie dedicate alla filosofia di Martin Buber, cocuratore dei suoi Schriften zur politischen Philosophie und zur Sozialphilosophie (MBW 11) e di numerose traduzioni di testi del pensiero ebraico del Novecento.
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