Nonostante Hobbes. Lavoro, antropologia, democrazia
Laura Pennacchi
Nonostante Hobbes. Lavoro, antropologia, democrazia
Per decenni, anche a sinistra, si è accolto con entusiasmo l’annuncio della “fine del lavoro”, resa possibile dai progressi tecnologici. Oggi quella stagione appare definitivamente tramontata. Nuove ricerche hanno riportato il lavoro al centro del dibattito, riconoscendolo come spazio cruciale per la formazione delle identità e delle soggettività. Per Laura Pennacchi, ripensare oggi il significato del lavoro significa confrontarsi con le trasformazioni profonde imposte dal neoliberismo ai nostri desideri e bisogni. Ma vuol dire anche mettere in discussione la cupa antropologia ereditata da pensatori come Machiavelli e Hobbes, con i loro assunti sull’egoismo e la malvagità dell’essere umano. Il lavoro emerge così, ancora una volta, come uno strumento insostituibile per la realizzazione personale e per lo sviluppo della democrazia.
LAURA PENNACCHI
Economista, più volte eletta in Parlamento, è stata sottosegretario al Tesoro con Ciampi nel primo governo Prodi, oltre che responsabile Sviluppo e Innovazione nella prima segreteria nazionale del Partito Democratico. Collabora con la Fondazione Basso e coordina il Forum Economia nazionale della CGIL. Per Castelvecchi ha pubblicato Democrazia economica. Dalla pandemia a un nuovo umanesimo (2021).
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