E ogni anima su questa terra

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Edoardo Pisani
E ogni anima su questa terra

Yuri è nato l’undici settembre del 2001, e a ogni compleanno riempie un quaderno con fotografie di attentati e dei suoi festeggiamenti – anno dopo anno, bomba dopo bomba, candelina dopo candelina. Ricevuta l’eredità del nonno – un vecchio cappotto e un quaderno pieno di parole incomprensibili – comincia a investigare su di lui, cercando la sua tomba e decifrando il suo quaderno. Intanto riesce a innamorarsi di una ragazza, Lara, soprattutto grazie a un gatto suicida, lanciatosi da una finestra del manicomio abbandonato, a Gastropoli, dove era rinchiuso proprio suo nonno. La pazzia del nonno è parte della sua eredità? E cos’è l’Ordine dei cavalieri estinti, a cui il nonno era iscritto e che già sembra richiamare il giovane Yuri? Fra poesie e incanti, lucidità e terribili deliri, un intreccio di storie famigliari che travalicano il tempo e lo cancellano: una vertigine di esistenze che continuano a interrogarsi sull’origine della follia.

EDOARDO PISANI
È nato a Gorizia nel 1988. Questo è il suo primo romanzo.

Eravamo bambini, uomini: cosa siamo diventati?

FINALISTA AL PREMIO BERTO 2022

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“E ogni anima su questa terra” – Edoardo Pisani finalista al premio Flaiano 2023 (50^ Edizione) per la sezione under 35

“Un vecchio cappotto e un quaderno di parole incomprensibili sono l’eredità che Yuri riceve dal nonno Gabriele, l’avo dell’Ordine dei cavalieri estinti e dall’imperfetto stato mentale. Sono strumenti inconsapevoli e voci attenuate che danno il “la” alla narrazione di Edoardo Pisani, una narrazione dall’anima flaubertiana e dallo spirito di Arthur Rimbaud, dal ritmo lento che evoca il poema sinfonico. Un dramma affrontato con la poesia e la musica dei sentimenti. La follia, che lega empaticamente luoghi, personaggi e un gatto suicida, è filo conduttore di quest’opera scritta con grande passione, inquietudine e disarmante naturalezza, con stile oggettivo, a tratti istintivo, con trasposizioni di alcuni momenti (anche quelli più macabri) che paiono cesellature di un fine esecutore. Ma questo lucido delirio, che si snoda fra sogno e realtà, illusione e disinganno, fra un passato che continua a vivere nel presente e un oggi che non riserva incanti, finisce con l’essere anche il vero protagonista del romanzo: la ragione presentata sotto diversa forma. E – come scriveva Flaiano osservando la pazzia negli occhi altrui – «solo il bulbo oculare in cui alberga può davvero riconoscerla intorno a sé»”.

 

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