Malapianta

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Antonio Cappato

Malapianta

Augusto è un inetto, e l’inettitudine è una qualità imperdonabile per chi porta il suo cognome: i Ronchi fanno parte della migliore borghesia di Milano. Nato nella proverbiale campana di vetro, è cresciuto sotto lo sguardo dei Ronchi del passato, che resistono entro le cornici delle vecchie fotografie. Alla morte della madre, che lo ha tiranneggiato per quarantacinque anni, riesce a prendere la prima decisione della sua vita. In visita al Cimitero Monumentale, si imbatte nel ritratto di una defunta abbandonato in un cestino; ne rimane affascinato e lo prende con sé. Da quel giorno, nelle pigre serate solitarie, straniandosi ancor di più dalla “normalità” delle cene ipocrite e delle settimane bianche a Sankt Moritz, comincia ad assecondare una sua facoltà quasi sovrannaturale: dare vita alle immagini, adunarle come fantasmi nel salone di casa. Combina i tratti della defunta con quelli di altre donne del suo pantheon personale, nel corso di estasi che presto si avvicinano all’incubo. Partendo dalle premesse di un romanzo familiare già innervato di follia, Malapianta è un libro che cambia forma, che vive della sua lingua preziosa e di una voce e una psicologia molto rare.

ANTONIO CAPPATO
È nato e vive a Monza. Ha esercitato la professione di architetto per cinquant’anni. Malapianta è il suo primo romanzo.

 

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