L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche

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Lev Sestov
L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche
Filosofia e predicazione
L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche (1900) è l’opera che ha fatto conoscere Šestov in Russia, consentendogli di entrare a far parte del circolo di intellettuali che, a San Pietroburgo, ruotava attorno alla figura di Sergej Djagilev e alla rivista «Mir iskusstva» (Il mondo dell’arte). In questo saggio, il filosofo russo propone un parallelo tra due dei più significativi autori dell’Ottocento. È soprattutto la scoperta di Nietzsche che permette a Šestov di elaborare un concetto-chiave della propria idea filosofica dell’esistenza: l’impossibilità di riconciliare la tragedia umana con qualunque ragione o esigenza di tipo universale. A Tolstoj, che si rifugia nell’idea di bene e nell’umanitarismo, si contrappone Nietzsche, che non ha paura di riconoscere il primato della vita, l’ampiezza del dolore e la loro irriducibilità. Un coraggio e un rigore che Nietzsche mantiene fino alla teoria del superuomo, nella quale Šestov riconosce un cedimento e l’estremo tentativo di affidarsi a un punto d’appoggio etico.

 

Lev Sestov
Pseudonimo di Lev Isaakovic Svarcman. Prima della Grande Guerra pubblicò, oltre a numerosi articoli su diverse riviste, sei libri, tra i quali L’idea di bene in Tolstoj e Nietzsche (1900) e La filosofia della tragedia. Dostoevskij e Nietzsche (1903). Dopo la rivoluzione bolscevica si spostò in varie località, per stabilirsi infine a Parigi, dove dal 1922 al 1936 fu professore di Filosofia alla facoltà russa di Lettere presso la sezione russa dell’Istituto di studi slavi dell’università. Sempre a Parigi scrisse alcune tra le sue opere più famose, tra le quali ricordiamo Sulla bilancia di Giobbe (1929), Kierkegaard e la filosofia esistenziale (1939) e Atene e Gerusalemme (1951).

 

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