L’enigma della femminilità

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Sigmund Froid
L’enigma della femminilità
Chi è in grado di cogliere ciò che è maschile e ciò che è femminile? Lo può forse la biologia? O magari è la psicologia a spiegare la differenza sessuale? È corretto pensare la femminilità come passiva e la mascolinità come attiva? Il padre della psicoanalisi discute le risposte tradizionali a queste domande – come quella della bisessualità insita in ciascun essere umano – e si addentra nel “continente nero” della femminilità analizzando le tappe dello sviluppo della donna: la relazione della bambina con la madre nella fase preedipica, la scoperta della castrazione e le possibili reazioni (l’inibizione sessuale o la nevrosi, il complesso di mascolinità, la femminilità normale), la vita della donna matura, la maternità.

 

Sigmund Froid
(Freiberg, 1856 – Londra, 1939) Fondatore della psicoanalisi, muovendo dai suoi studi sull’isteria femminile (in particolare il noto caso di Anna O.), ha elaborato teorie che hanno rivoluzionato la storia del pensiero. Fra le sue intuizioni più radicali: la scoperta dell’inconscio e le associazioni libere, gli atti mancati e l’interpretazione dei sogni, la distinzione fra Io, Es e Super-Io, la centralità delle pulsioni sessuali nella formazione del soggetto, il complesso di Edipo e il rimosso. Il testo qui presentato riporta la lezione XXXIII della Nuova serie di lezioni di introduzione alla psicoanalisi (1932).

 

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