La conquista del regno dei Maya

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Ángel Ganivet
La conquista del regno dei Maya
Per opera dell’ultimo dei conquistatori spagnoli Pìo Cid
La conquista del regno di Maya narra le avventure di Pío García del Cid, il Robinson Crusoe spagnolo. «Nato», si racconta in apertura, «in una grande città dell’Andalusia dall’unione di una dama provvista di titoli nobiliari con un ricco viticoltore», è inviato all’estero dai genitori per imparare le lingue e stabilire nuovi rapporti commerciali. A Zanzibar, in breve tempo si lascia sedurre dall’idea di esplorare l’interno dell’Africa. Allestisce così una carovana, parte verso il Ruanda, viene fatto prigioniero da una banda di selvaggi (mentre i suoi lo abbandonano senza la minima esitazione), riesce poi a fuggire, trascorre la notte su un baobab, riprende il cammino fino alla sponda di un fiume, trova un ippopotamo bardato come un cavallo e, come Don Chisciotte da Ronzinante, si lascia portare placidamente, senza opporre resistenza. In groppa al pachiderma giunge nel regno di Maya, dove per una serie di coincidenze viene scambiato per il Messia e diventa d’un tratto il sovrano di un popolo di selvaggi. A loro Pío Cid insegnerà la civiltà, deviandone per sempre l’esistenza. Una voce, in sogno, gli dirà: «Erano felici ma bestie; tu li hai resi infelici ma uomini».

 

Ángel Ganivet
Scrittore, filosofo e diplomatico spagnolo nato a Granada nel 1865. Considerato il precursore della Generazione del ’98, la sua fama è le­gata soprattutto a Ideario spagnolo (1897) e La conquista del regno di Maya (1898). Il suo pensiero, in cui si riconobbero influssi di Rousseau e Seneca, fu quello di un utopista che auspicava l’avvento di un sociali­smo anarchico nirvanico. Morì suicida, a Riga, a 33 anni.

 

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