Il futuro della memoria

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Derrick de Kerchkove
Il futuro della memoria

 

La storia della memoria comincia con il mito in cui Platone descriveva l’invenzione della scrittura come fonte di ignoranza: gli uomini, contando sullo spostamento della memoria nelle cose scritte, dimenticano di ricordarle. Forse, però, mettere in comune tante tracce individuali di conoscenze, di storie, di miti e di altre finzioni, potrebbe far crescere più velocemente il patrimonio scientifico, politico, economico e sociale di tutti. Fra questi due poli argomentativi si muove la riflessione di de Kerckhove che analizza gli spostamenti della nostra memoria nell’era del digitale, epoca in cui si accresce la tendenza a rimettere i contenuti delle nostre esperienze nei databank, spostando testi, letture, immagini e video sulla rete, per cercare di liberare il più possibile la nostra mente e riutilizzarla in nuove direzioni.

 

Derrick de Kerchkove
(Wanze, 1944) Sociologo belga naturalizzato canadese, dal 1983 al 2008 ha diretto il McLuhan Program in Culture & Technology di Toronto. Consigliere scientifico dell’Osservatorio TuttiMedia, direttore di «Media Duemila», ideatore dell’Atelier di Intelligenza Connettiva, insegna all’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. È stato fra i primi a coniugare analisi dei media digitali e neuroscienze, mostrando in che modo le tecnologie cambiano i modi di pensare e sentire. Dell’Autore Castelvecchi ha già pubblicato La rete ci renderà stupidi? (2016).

 

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