Federico Caffè

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Bruno Amoroso
Federico Caffè
Le riflessioni della stanza rossa
Bruno Amoroso ripercorre l’avventura intellettuale ed esistenziale del suo maestro, Federico Caffè, e ne rivela le tensioni profonde, gettando una luce inedita sulla sua scelta finale. Il ritratto di Caffè che emerge dalle pagine di questo libro, dalle numerose lettere inedite del maestro all’allievo e amico, è quello di uno studioso attento alla vita quotidiana della gente, che preferiva fare in auto­bus il tragitto fra l’abitazione e l’università. Sono davvero toccanti le pagine in cui Amoroso racconta la simpatia di Caffè «per quelle migliaia di persone di cui non si parla mai, delle quali si sa poco o nulla» e che il grande economista osservava con occhio attento e con partecipe simpatia. Questa empatia per la gente comune, un universo immenso pressoché sconosciuto all’Accademia, ma pure a sindacalisti e politici, lo spinge, anche sotto il profilo teorico, a difendere lo stato sociale e il pensiero keynesiano. Quel che Caffè non può accettare è la separazione, che oggi appare quasi un presupposto, dei principi di giustizia e di etica dalla teoria econo­mica e dal mestiere dell’economista.

 

Bruno Amoroso
Si è laureato in Economia, con Federico Caffè, alla Sapienza di Roma. Ha insegnato Economia Internazionale nelle Università di Copenaghen e di Roskilde. È stato docente alla facoltà di Economia di Hanoi, in Vietnam, presidente del Centro Studi Federico Caffè e condirettore della rivista «InterCulture». Per Castelvecchi ha pubblicato Euro in bilico (2011), L’Europa oltre l’euro (2012), Figli di Troika (2013), Un’Europa possibile (2014), Capitalismo predatore (con Nico Perrone, 2014) e l’autobiografia Memorie di un intruso (2016).

 

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