Critica della violenza

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Andrea Caffi
Critica della violenza
Tra i più acuti e affascinanti approdi del pensiero novecentesco, il discorso di Caffi restò sempre, pur nella diversità dei temi, improntato a una preoccupazione dominante: riscattare la vivacità dei fatti umani dagli schemi preconcetti di storiografi e ideologi, come da ogni sovrastruttura autoritaria. Gli scritti qui raccolti da Nicola Chiaromonte ripropongono la centralità di una figura il cui pensiero e la cui vita – come suggerisce il titolo – furono dedicati alla sistematica opposizione alla violenza, in tutte le sue forme: intellettuali, sociali e politiche. L’impegno socialista, la lotta politica: «Il cavaliere errante delle guerre e delle rivoluzioni » – secondo la citazione di Antonio Banfi – denuncia in queste pagine il male della guerra, promuovendo, dall’esterno di tutti i circuiti culturali e politici in voga, un pensiero libertario basato sulla nonviolenza.

 

Andrea Caffi
Andrea Caffi (San Pietroburgo, 1887 – Parigi, 1955) Iniziata in Russia con la partecipazione alla Rivoluzione del 1905, quando aveva 18 anni, la sua esistenza di intellettuale impegnato nelle vicende della storia come della cultura europea nella prima metà del XX secolo continuò in Francia, in Italia, poi di nuovo in Russia e di lì ancora in Italia e in Francia, attraverso la Prima Guerra Mondiale, i primi anni del potere comunista in Russia, il fascismo, la Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza e il dopoguerra. Critica della violenza apparve per la prima volta nel 1966. Alberto Castelli È ricercatore di Storia delle dottrine politiche presso il dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Ferrara. Studioso del pensiero libertario e pacifista, ha scritto e curato diversi volumi, tra cui ricordiamo Il discorso sulla pace in Europa (1900-1945).

 

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